St Andrews Links, casa del golf: un campo da leggenda

St Andrews: un campo di golf sinonimo di leggenda.

Teatro di molti Major, tra cui la 144esima e la 150esima edizione dell’Open Championship, il percorso dell’Old Course in Scozia è capace ogni volta di provocare grandi emozioni nei giocatori, ma anche negli spettatori.

La 17 a St Andrews, la Road Hole - telegraph.co.uk
La 17 a St Andrews, la Road Hole – telegraph.co.uk

St Andrews, la Casa del golf

Siamo nel luogo dove il golf iniziò nel lontano 1400 (il campo più antico del mondo), quando i nobili cominciarono ad improvvisare questo sport con improbabili bastoni.

Il Royal & Ancient Golf Club di St Andrews nacque nel 1754 diventando la “Casa del Golf“, poi nel 1897 vennero formalizzate le vere e proprie Regole del Golf.

Il campo Old Course di St Andrews e la Road Hole

Un Par 72 di 6668 metri, con la presenza atipica di due soli Par 3. L’Old Course di St Andrews presenta 18 buche ricche di insidie, dove le condizioni meteo ed in particolare il vento influiscono nettamente sullo score.

Del resto, è uno dei classici links scozzesi, detto anche St Andrews Links.

Analizzando il percorso dell’Old Course, sono la 11, la 14 e la 17 le buche più difficili.

La 11 (High) è uno dei due Par 3 ma è molto complicata per il piccolo green con pendenze impegnative, ma soprattutto per la presenza di un profondissimo bunker a protezione.

La 14 (Long) è la buca più lunga con un fuori limite a destra, mentre a sinistra ancora bunker insidiosi (famoso in particolare l’Hell’s Bunker).

Ed eccoci alla 17, la temibile Road hole: anche qui green minuscolo, Road Hole bunker, ma anche un fairway strettissimo con rough alto a sinistra e fuori limite a destra. Tra le difficoltà, da aggiungere un muretto dietro al green stesso che non lascia scampo e il colpo cieco dal tee, sopra l’Old Course Hotel.

La 18 è la più facile, ma come ogni ultima buca, richiede nervi saldi.

Tra le caratteristiche di St Andrews quella di avere molto spazio a sinistra, dove è possibile sbagliare meno, ma difficilmente si riesce ad attaccare la bandiera. I green sono veloci, alcuni piccolissimi, altri molto grandi dove i tre putt sono dietro l’angolo. Ma è il già citato vento il pericolo maggiore, capace di girare in poco tempo, rischiando così di minare all’improvviso un buon giro. I 112 bunker presenti consigliano un gioco dritto, dove chi sbaglia meno ottiene uno score migliore.

Quando si parla di St Andrews, l’immagine-simbolo e tra le più iconiche per il golfista, è senza dubbio quella dello Swilcan Bridge, il piccolo ponte di pietra che attraversa lo Swilcan Burn tra il primo e il diciottesimo fairway dell’Old Course.

Che si vada a St Andrews per il British Open o meno, si respirerà un’aria da leggenda.

Da queste parti è possibile prenotare un giro che rimarrà nella nostra storia personale golfistica, ma attenzione: è richiesto almeno un handicap 24!

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