I puffi sono stati al centro dell’infanzia della generazione nata tra gli anni Settanta ed Ottanta. Nella quale è compresa quella di chi scrive, tanto che rovistando tra i vecchi giochi ho ritrovato anche uno splendido “esemplare” di Puffo Golfista!
Una coincidenza significativa, che unisce la passione odierna per il golf con quella di un tempo per i puffi.
Certamente, per chi come me in quegli anni cresceva, la sigla “Noi Puffi siam così, noi siamo puffi blu” cantata da Cristina D’Avena rimane mitica,
così come la prima apparizione degli gnomi blu nel lungometraggio di John e Solfami, col loro flauto magico che faceva ballare quando suonato.
Poi l’esplosione in tv, con una serie a loro completamente dedicata (1981-1990), e la scoperta della loro città incantata con case a forma di fungo, ubicata in una foresta inaccessibile a chi “puffo non è” da un incantesimo del Grande Puffo, il capo del villaggio.
I puffi sono tutti maschi dalla pelle blu, con l’eccezione di Puffetta, sono alti “tre mele o poco più” e portano un cappuccio bianco, con l’eccezione del rosso di Grande Puffo. Il cattivo di turno col quale devo scontrarsi è lo stregone Gargamella, col suo naso appuntito e la perfida gatta Birba.
Ogni puffo rappresenta una tipica personalità umana o uno specifico lavoro, in una variabilità ipoteticamente infinita ma che si ferma ad un centinaio di figure: chi non ricorda Puffo brontolone e il suo “io odio (fare questo o quello)” , il tatuaggio di Puffo Forzuto, gli occhiali di Quattrocchi o il narcisismo di Puffo Vanitoso? E ancora… Baby Puffo, Puffo Pigrone, Golosone, Tontolone, ed ecco Puffo Golfista!
Nella serie non l’ho mai visto, ma ai tempi quando si acquistavano le riproduzioni dei puffi per giocarci c’era anche lui, insieme a tutti gli altri possibili Smurfs (Puffi in inglese): ad esempio ho anche il puffo che gioca a baseball, che si si lava nella vasca, che ascolta la radio, puffo super-eroe e tanti altri.
In realtà, quello nell’immagine sotto, ufficialmente è un giocatore di hockey, ma per me che vedo golf ovunque è puffo golfista! In fondo, sempre di mazza e pallina stiamo parlando e, viste le numerose versioni del vero puffo giocatore di golf, possiamo farci rientrare anche questa…
La mia versione (ce ne sono state molte e di diversi colori e forme), fatta di quella specie di gomma dura ma leggermente flessibile, è straordinariamente resistente all’usura del tempo di decenni di naftalina, e ritirarlo fuori per donarne il gioco ai bambini è altrettanto straordinario. Con un pizzico di gelosia, e ripetendo continuamente “Attenzione, non lo sciupate, è delicato, soprattutto la mazza da golf!”.
Il disegno dei puffi dell’epoca è ben riproposto nel modellino, l’evoluzione successiva soprattutto dei cartoni animati in termini di qualità dell’immagine, ne ha poi modificato in parte l’aspetto ed i colori: adesso è un po’ come giocare al mitico videogioco di golf Neo Turf Masters e giocare WGT Golf, la differenza si vede e si “sente”, ma il fascino del vintage rimane intramontabile.
La capacità dei puffi di rappresentare il mondo normale con l’incantesimo della serie animata e quel loro gergo dove tutto è “puffabile”, “puffare” è il verbo, “puffoso” l’aggettivo, sono ancora oggi una grande attrattiva per grandi e piccini.
E comunque, la versione moderna del cartone animato non è male, godibile se non come l’originale, anche solo per il fascino della malinconia del tempo passato, tanto che ogni tanto insieme ai più piccoli la guardo volentieri.
Ok, dopo un po’ di sano gioco però, Puffo Golfista ritorna da me!
Ciao Francesco, perdonami ma non vorrei mandare in frantumi il tuo cuore, ma il tuo Puffo non è il golfista, ma il giocatore hockey su prato…perdonami!
Ciao Luca, ma come sei crudele, è una coltellata al mio cuore fanciullesco! 🙂 Sì, avevo notato la mazza, ma per me è puffo golfista, vedo golf ovunque! 🙂 Cmq aggiungo una nota di precisazione, grazie