La figura del caddie nel golf è nella visione comune quella dedita a portare le mazze del giocatore, un semplice portabastoni insomma. Spesso nell’immaginario golfistico e nel gergo amicale è una sorta di “schiavetto”, l’uomo di fatica che porta la sacca al golfista.
Ma chi è veramente il caddy (termine in lingua inglese), quanto guadagna, e cosa fa?

Il caddie nel golf
La parola scozzese caddy o cawdy deriva dalla parola francese cadet e originariamente significava uno studente ufficiale militare. In seguito si riferì a qualcuno che faceva lavori saltuari, poi nel 19° secolo arrivò a significare qualcuno che portava mazze per un giocatore di golf.
Nel golf dei dilettanti il caddie è spesso un amico o familiare che semplicemente accompagna il giocatore durante il giro, non è una figura ufficiale.
A livello professionistico invece, ha un ruolo importante, non è solamente colui che trasporta l’attrezzatura golfistica.
Cosa fa il caddie e quanto guadagna
Il caddie nel golf professionistico è un supporto fondamentale per il giocatore, e offre la propria esperienza in ogni situazione di gioco.
Sostanzialmente, sono due le aree di intervento del caddie.
Da una parte il trasporto e la preparazione dell’attrezzatura del giocatore, che deve comprendere tutto il necessario per le 18 buche:
- mazze da golf pulite (da pulire poi dopo ogni colpo);
- palline da golf;
- guanti di scorta;
- mappe specifiche delle buche;
- un telemetro o altri misuratori di distanza permessi dalle regole;
- integratori, generi alimentari e acqua;
- eventuale kit di pronto soccorso.
La seconda area di intervento riguarda i consigli su ogni aspetto del gioco, che includono:
- scelta del bastone;
- tipologia del colpo e strategia;
- considerazioni su ostacoli e pendenze;
- osservazioni sulle condizioni meteo;
- supporto psicologico e motivazionale nei momenti di difficoltà.
Tutto questo sempre nei limiti e in conformità con le regole del golf. Tra queste, la regola 6.4 stabilisce che ogni giocatore può avere un solo caddie alla volta, pena la squalifica.
Il caddy porta in campo la sua esperienza, spesso è anche un buon giocatore a sua volta, studia in anticipo il percorso di gioco e grazie alle sue mappe deve conoscere perfettamente ogni buca nei minimi dettagli. Non sembra, ma il lavoro che svolge è dispendioso a livello energetico: sia dal punto di vista fisico, per il trasporto della pesante attrezzatura per 18 buche, sia dal punto di vista mentale, essendo punto di riferimento del giocatore per ogni colpo.
La simbiosi tra caddie e giocatore è fondamentale per la buona riuscita di un giro in un torneo professionistico dove, a parità di alto livello tecnico, la differenza la fanno i dettagli e gli stati emozionali, nei quali il partner di gioco interviene.
Nei grandi circuiti, il caddie guadagna molto bene: oltre ad un salario minimo garantito, riceve infatti una percentuale sulle vincite del giocatore, che va dal 5 al 10%, variabili in base al piazzamento finale. Sul PGA Tour c’è un tariffario per i caddie con un ingaggio settimanale di circa 2000 dollari.
In questi ambienti e livelli, fare il caddy è un lavoro vero e proprio, ben retribuito e ambito.
Nascita della figura del caddie
La storia del golf è sempre permeata di un po’ di mistero, perché le sue origini sono spesso argomento di dibattito, per la mancanza di certezza.
E così vale per la figura del caddie che, storicamente, pare risalire in contemporanea alla nascita dei primi campi da golf pubblici, nei quali assolveva al ruolo di controllore della sicurezza, avvertendo le persone presenti dal pericolo delle palline e verificandone la posizione ogni volta (il ruolo del cosiddetto forecaddie, che anche oggi è una persona del comitato di gara incaricata di indicare ai giocatori la posizione delle palline durante il gioco, così da evitare la “palla persa”).
Altre fonti sostengono che i “cadetti” – come detto dalla parola francese cadet -, cioè i militari francesi, portassero le mazze per i reali francesi che giocavano ad uno sport simile, e la pratica arrivò poi in Scozia quando la regina Mary Stuart tornò nel 1561.
Si ritiene che il primo utilizzo ufficiale di un caddy sia stato da parte del duca di Albany di Scozia nel 1681 durante la prima gara internazionale di golf a Leith Links, ma fu solo nel 1857 che il dizionario identificò “caddie” come coloro che trasportavano principalmente mazze da golf. All’inizio non c’erano sacche da golf, e i caddie trasportavano i bastoni in fagotti.
Quel che è certo è che questa figura nasce più o meno nell’Ottocento, e si sviluppa considerevolmente fino ad assumere il ruolo di oggi nei tempi moderni, sostanzialmente nella seconda metà del Novecento.
Il caddy al cinema
A livello cinematografico, parlando esclusivamente di film sul golf, ci sono figure di caddie memorabili, come ad esempio quella interpretata da Will Smith in La leggenda di Bagger Vance: l’ex golfista Junuh (Matt Damon) grazie ai preziosi e particolari consigli dell’istrionico caddie Bagger ritroverà infatti il colpo perfetto.
Oppure il simpatico protagonista di Palla da golf-Caddyshack Danny, caddie di un golf club.
Quando si parla di caddie nel golf è necessario andare oltre la comune considerazione di portatore di borse e mazze: questa figura, soprattutto a livello professionistico, agisce come un co-pilota ed aiuta il golfista a “guidare” meglio il proprio gioco, vista l’imprevedibilità innata di questo sport.
Se poi anche a livello dilettantistico si ha la possibilità di avere a disposizione un caddie, perché no? Quante volte ci troviamo a mettere sul campo strategie poco efficaci e rischiose? In questo senso un compagno di gioco esperto può davvero aiutare. Anche chi ha 25 di handicap.


