Friends will be friends cantavano i Queen, Gli amici saranno amici.
Ecco, prima di parlare di un’emozione golfistica e del filo conduttore legato proprio all’amicizia, spazio alla meravigliosa voce di Freddie Mercury, accompagnato in coro dalla folla.
Hold out your hand (Tendimi la mano)
‘cause friends will be friends (perché gli amici saranno amici)
Right till the end (fino alla fine).
Il prologo di questo articolo/riflessione sul tema dell’amicizia è una Louisiana, le tipiche gare di coppia di golf. Ne ho sempre fatte poche, da sportivo spesso attaccato al risultato e alla competizione che un match del genere non ti dà, non essendo valido per l’handicap.
Eppure, durante questa Louisiana in coppia con l’amico trentennale Nicola, ne ho capito meglio la magia, e il valore nascosto che porta con sé: non solo lo stare insieme, ma l’Amicizia, volutamente con la A maiuscola.
Da quando ho cominciato a giocare anni fa, ho conosciuto e conosco ogni volta persone su persone, spesso mediamente più gradevoli di quelle incontrate in altri contesti quotidiani. Forse perché a unirci è questo sport, e soprattutto il suo spirito inossidabile, ben lontano da quello aristocratico a cui la maggior parte della gente associa i golfisti.
The Spirit of the Game porta il golfista ad avere un’integrità, dove buon senso, educazione e sportività sono obblighi del comportamento sul campo, che si rispecchiano inevitabilmente anche fuori dal green. Una buona percentuale di giocatori è fatta di belle persone per forza.
Ma torniamo alla Louisiana disputata al Parco di Firenze: Nicola, reduce da uno stop forzato per problemi al ginocchio, ha dimostrato subito di essere in giornata, prima imbucando un putt incredibile da fuori green alla 1 poi, in trance agonistica come spesso accade, alla 5 ha sparato un pitch, la palla è salita alta ed è atterrata dolcemente vicino alla bandiera, per poi rotolare dentro. Hole in one!, tra le urla non solo di Nicola, che aveva gli occhi giustamente gonfi d’emozione.
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Perché fare buca in uno è un’emozione unica, che io stesso ho provato nel 2017 alla buca 9 dello stesso campo. Del resto, giochiamo per godere di “momenti di magia”, a fronte di un numero infinito di arrabbiature e swing sbagliati. E questo è sicuramente uno di quelli.
Nel mio caso, come in quello di Nicola, è stato davvero un colpo perfetto, uno di quei momenti nei quali il colpo “avviene”, perché ognuno di noi ce l’ha dentro. Solo che il più delle volte l’istinto è sopraffatto dalla mente, che cerca le sue soluzioni in modo matematico, che cerca di indirizzare lo swing che “deve essere così, e le spalle devono ruotare, e la testa deve rimanere immobile”, eccetera eccetera.
Una Louisiana di perfetta compensazione e una hole in one che ci hanno portati a fare un punteggio di 29, -2 del campo, e a vincere il primo premio lordo. Non è stata solo dea bendata, ma l’azione congiunta di un team: sbagliavo un colpo io, rimediava lui, sbagliava un tee-shot lui, rimediavo io, in perfetta simbiosi; scegliendo ogni volta insieme la strategia migliore, tra chi giocava in sicurezza e chi aggrediva la bandiera. Sta in tutto questo l’essenza dell’amicizia proiettata sul campo da golf: aiutarsi, tendersi quella mano di cui canta Freddie, perché gli amici sono e saranno amici.
L’amicizia è un dono della vita, è un sotto-insieme dell’amore che si manifesta in tanti modi: nella coppia che lo vive intensamente tra le due estremità, nel rapporto puro con gli animali, nella magia di uno sport come il golf, nelle cazzate sparate tra amici veri. Quelli che non chiedono, non prevaricano, a differenza di molti rapporti d’amore dove aspettative e pretese la fanno da padrone. È questo che rende l’amicizia speciale.
L’amico è quello con cui ti puoi confidare nei momenti di difficoltà, che è sempre lì anche se non lo vedi da un anno e vive a Dublino (penso a Dario, uno dei miei migliori amici), ma anche e soprattutto quello col quale puoi passare momenti di una leggerezza che ha molta più sostanza di quanto si creda. Non è superficialità.
Il vero amico, come il vero amore, ti supporta, ti ascolta, vuole il bene reciproco. Sì, l’amicizia è reciprocità, quella che spesso manca nel rapporto di coppia dove si assiste a posizioni di dominanza/sottomissione L’amicizia è invece unica nel suo genere, non a caso si dice spesso tra amici uomini: le donne passano, gli amici restano.
E qui non posso che far scendere in campo anche Franco Califano, il poetico sciupafemmine, Il Califfo. Gli amici restano.
Nicola, con la sua passione sfrenata che lo ha sempre caratterizzato, tempo fa ha creato il gruppo di golfisti Fairway to heaven, con tanto di magliette FTH, un gruppo ormai ben affiatato che ogni giorno programma su WhatsApp la settimana golfistica, mescolando con quella simbiosi della Louisiana amicizia e golf. Ognuno ha la sua storia, le proprie vicende personali, ma il golf ci unisce, con quella compagnia che associata al contatto con la natura ci rallegra l’esistenza. Sì, i golfisti sono gente fortunata, ma non per una questione di soldi.
Parlando con Paolino, un altro amico del gruppo col quale abbiamo condiviso tante battaglie in campo, celebravamo proprio questa goliardica presenza tutta al maschile, fatta di sport, birra, pizza e cazzate. Tipicamente maschile sì, anche se di questi tempi non si potrebbe affermare una cosa del genere senza essere tacciati di sessismo. Sto parlando di quella bella roba ben rappresentata dagli 883 nella canzone Rotta per casa di Dio, un inno all’amicizia che ci riporta negli anni Novanta con grande piacere. Ebbene sì, amo la musica, oltre allo sport.
Il Cisco delle canzoni degli 883 è il simbolo dell’amicizia speciale.
Ma chi la caga la festa, in fondo l’importante è stare insieme tra birra e cazzate, ci dice Max.
Ma chi lo caga il risultato della gara di golf? Sì, vincere ci esalta, ma in fondo è questione di ego. Condividere, stare con gli amici a fare quello che ci piace è una goduria diversa, e ancor più appagante.
Che bella l’amicizia.
Che bello il golf.
